La grandezza della capanna
dei carbonari dei Monti Lepini dipendeva dal numero di persone che doveva ospitare (in genere più di dieci
familiari) ed era quindi di circa trenta o quaranta metri quadrati. Essa veniva
costruita conficcando sei pali a forma di “forcina” di cui quattro laterali e
due centrali. Quelli centrali erano più
alti. I pali erano sormontati da altri sette pali (“le cordelle”). Per la
costruzione del tetto venivano inseriti alcuni paletti di legno fra
le cordelle e alla fine le lamiere. Le pareti della capanna erano costituite
da rami e pali ricoperti con le zolle di
terra fino all’altezza di circa un metro e mezzo. La parte rimanente era coperta
con frasche e felci. La porta era costituita da grandi tavole costruite sul
luogo. All’interno veniva composto il letto denominato “ravazzola”, conficcando pali per terra e realizzando una sorta di
soppalco dove veniva posizionato il materasso realizzato con sacco riempito con
le “spruglie”, materiale che ricopre
le pannocchie del mais. All’interno della capanna era presente il focolare che veniva
acceso su una o due lastre di calcare (“pianice”). Liberando la pianice delle
ceneri e dalle braci si poneva a cuocere una pizza di mais o farina, ricoprendola
con un capiente coperchio di metallo (“jò
coppo”) oppure con foglie di castagno o di broccolo, ricoprendo il tutto
con braci ardenti e cenere calda. Nella capanna era presente anche un tavolo e
dei ciocchi di legno per sedersi. Come ripostiglio per i generi alimentari si
usavano dei grandi cassoni di legno rialzati da terra. Per l’illuminazione si
usava la lampada a carburo: (“la
scintilena”). All’esterno della capanna su alcuni alberi venivano ricavati dei fori e conficcati delle aste di legno sui quali venivano appoggiate alcune tavole, questi servivano come sostegno per utensili da cucina e altre cose. Alcuni utensili venivano costruiti dagli stessi carbonari, ad esempio scife e scifelle tavola per stendere la sfoglia “spianatora” (recipienti di legno utilizzati a scopo alimentare) realizzati con l’ascia, grosse forchette di legno, palette di legno, mattarello (utilizzate per cucinare). All’esterno della capanna era presente anche un tavolo.
Sulla base delle testimonianze di Pasqua Trulli, Maria Stirpe, Maurizio De Carolis.