giovedì 8 aprile 2010

Il Tasso: L’albero della morte


In tutta la zona dei Monti Lepini occidentali che va da "Pian della Faggeta", Monte Pizzone, Pian della Croce, Monte Erdigheta, "Monte Semprevisa" e anche in alcune zone dei Monti Lepini orientali ad esempio il Pianoro del lontro, si possono incontrare diversi esemplari di Taxus baccata, una conifera fra gli alberi più longevi. Alcuni esemplari raggiungono dimensioni notevoli. Quello che si trova a Pian delle Faggeta presso la “Fonte dell’acquicciola” raggiunge una circonferenza di 3,85 metri. Questi esemplari sono la testimonianza di un antico bosco esistito oltre 70 mila anni or sono (Mesozoico). In questa conifera i coni si sono trasformati in arilli, composti da una parte esterna rossa carnosa e commestibile e da una parte interna molto dura e velenosa come del resto tutta la pianta. La riproduzione avviene per opera degli uccelli, che mangiano gli arilli, digeriscono la parte esterna ed espellono i semi che non riescono a digerire. Il legno ha la caratteristica di resistere a grosse sollecitazioni sia di compressione che di trazione, Veniva utilizzato nell'antichità per la costruzione di archi e frecce. L'arco della mummia di Similaun, era costruito in Taxus baccata. Da questa caratteristica oltre al fatto di essere molto velenoso gli veniva attribuito la nomea di “Albero della morte”. Le sostanze che contiene questa pianta vengono usate attualmente per la fabbricazione di farmaci utilizzati soprattutto in chemioterapia.
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