martedì 5 ottobre 2010

Brigantaggio Monti Lepini. Prima fase

Il banditismo sui Monti Lepini fu un fenomeno secolare. Alcuni documenti di archivio ne fanno cenno fin dal secolo XVIII, durante la Rivoluzione Francese, e successivamente nel periodo napoleonico dal 1800 al 1815 (prima fase), tanto da essere chiamato brigantaggio napoleonico. L’occupazione dello Stato Pontificio e la successiva prigionia dei pontefici Pio VI e PIO VII dettero un forte impulso alla “contumacia”, dapprima motivata dalla coscrizione militare obbligatoria, che portò alla renitenza alle armi e relativa fuga sui monti più sicuri, successivamente dalla lotta armata partigiana dei fedeli pontifici contro l’occupazione francese. Le forze napoleoniche dovettero sostenere una lunga vigilanza armata, istituendovi piazzeforti a Carpineto Romano, Sermoneta e Bassiano. Da motivi politico-sociali nacquero le prime bande di briganti sui Monti Lepini: Domenico Regno detto Diciannove con una ventina di aderenti bassianesi e carpinetani, la banda di Giovanni Rita di origine Sezzese, la banda dei fratelli Rossi presso Roccagorga e la banda dei Cinquanta nella più lontana Artena. Tutte di estrazione popolare e rurale. Dopo una serie di operazioni intese a far depositare le armi, successivamente alla caduta di Napoleone del 1815, e successivi abboccamenti, i briganti si dettero alla resa “non incondizionata”. Nei processi giudiziari che ne seguirono, tutti dichiarano indistintamente di aver cooperato alla caduta dell’Impero Francese e di aver diritto al perdono (verranno chiamati “impuniti”).
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Fonte LEPINI. GUIDA TURISTICA