martedì 7 ottobre 2008
Geologia dei Monti Lepini
Dove oggi si trovano i Monti Lepini, milioni di anni fa si estendeva un mare tropicale abitato da organismi in gran parte ormai estinti: pesci, molluschi, alghe e coralli. Percorrendo i sentieri, se si osserva con attenzione, è possibile riconoscere all’interno dei corpi rocciosi affioranti forme riferibili a fossili (frammenti di gusci o scheletri animali) o a tipiche strutture geologiche (piani di stratificazione o di fatturazione variamente deformati) che raccontano di esotici ambienti naturali del passato e delle trasformazioni avvenute nel corso di milioni di anni. Tra le testimonianze fossili sono facilmente riconoscibili le rudiste, caratteristici molluschi dal guscio a forma di cono e dimensioni variabili fino ad alcune decine di centimetri, vissute nel periodo Cretacico e poi estinte alla sua fine (circa 65 milioni di anni fa) contemporaneamente ai più famosi dinosauri e ad altri gruppi di esseri viventi. Nel territorio di Montelanico, tali particolarità sono facilmente osservabili salendo il versante che dalla località Pietrito porta alle rovine dell’antico “Castello di Collemezzo” . Numerose forme carsiche superficiali sono inoltre presenti sul territorio. Le doline, piccole conche o depressioni superficiali del terreno con diametro variabile da alcuni metri a decine di metri, localizzate in genere in zone a debole pendenza, sono spesso ricoperte da un deposito di terra rossa poco permeabile (residuo insolubile derivante dalla dissoluzione delle rocce calcaree), che favorisce l’accumulo di acqua utilizzata dagli animali selvatici o allo stato brado. Numerosi anche gli inghiottitoi, chiamati localmente “ovisi”. Sono aperture superficiali del terreno, di qualche metro di diametro, che danno accesso alla fitta e complessa rete di cavità sotterranee facenti capo a varie sorgenti sparse nel territorio.