Posto su un’altura omonima, il castello del Monte Prunio domina l’abitato di Montelanico e la valle del torrente Rio. Del castello di epoca medievale rimangono alcuni tratti delle solide mura di cinta che corrono lungo il limitare del monte a forma di pentagono irregolare. L'interno del castello è ora soffocato da un groviglio di arbusti che solo in qualche parte lasciano intravedere basamenti di pareti divisionali. Sul castello del Monte Prunio per molto tempo venne esercitato un sistema di feudalesimo collettivo, tanto che nel secolo XIII ne risultano proprietari ben quattro feudatari, tra cui le famiglie De Insula e De Colle Medio, vincolati reciprocamente da diritti e doveri in vista di interessi comuni da tutelare. Stretti in un’alleanza difensiva i feudatari potevano erigere entro le mura del castello una o più torri di avvistamento impegnando ciascuno i propri vassalli. Il primo documento sul Castello del Monte Prunio è del 1088, nel quale si menziona la chiesa di Santa Croce di Pruni. Il maniero venne distrutto agli inizi del 1500. Ci volle un papa per sedare inevitabili diverbi di convivenza. Dovette personalmente intervenire Innocenzo III a riconciliare Filippo e Giordano De Insula con Lando De Colle Medio, condomini di Pruni, in contesa su alcuni diritti goduti comunemente. Così scriveva il Pontefice a Lando di Collemezzo che abusivamente aveva costruito una torre all'interno del castello di Pruni. "Da alcuni dei loro testi è stato provato che alcuni di vostri servi avevano lanciato delle tegole dalla loro casa, qualche altro pezzo di legno, quantunque dalla parte dei vostri testi venga affermato che furono gettate dal vento". Era la primavera del 1213. Il castello del Monte Prunio offre all'escursionista un incantevole panorama di Montelanico e dell'interno della valle del Rio.